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 2001  dicembre 06 Giovedì calendario

Il generale Hamid Karzai, 46 anni, nuovo primo ministro afghano, indosso una giacca mimetica americana, al collo una sciarpa di cachemire, nella cintola, al posto della pistola, un vecchio pugnale pashtun, parla inglese alla perfezione e si definisce un "musulmano moderato"

Il generale Hamid Karzai, 46 anni, nuovo primo ministro afghano, indosso una giacca mimetica americana, al collo una sciarpa di cachemire, nella cintola, al posto della pistola, un vecchio pugnale pashtun, parla inglese alla perfezione e si definisce un "musulmano moderato". Originario di Kandahar, rampollo di un’agiata famiglia della tribù Popalzhai, una sorella e sette fratelli, alto, stempiato, ogni mattina cura la barba candida con le forbicine, anche adesso che dorme dove può (in una casa di pietre e fango, sotto un albero, dovunque si accampi il suo piccolo esercito di guerriglieri che assedia la città di Kandahar). Dopo la laurea in India, a New Delhi (1982), partì per gli Stati Uniti e aprì il suo primo ristorante a New York. Altri ne furono poi inaugurati a Boston, Baltimora e San Francisco, tutti con lo stesso nome, "Helmand", proprio come la provincia che sta intorno all’amata Kandahar (buona parte degli incassi finirono per sovvenzionare la resistenza afghana in patria). Nel 1992 fu nominato vice ministro degli Esteri nel governo guidato dai mujaheddin, tre anni fa due sicari gli uccisero a fucilate il padre. Lui, convinto che dietro l’omicidio ci fosse il mullah Omar, scelse la via dell’esilio e allacciò stretti rapporti con l’ex re Zahir Shah, da sempre vicino alla famiglia Karzai. Proprio il grande legame con l’ex sovrano, oltreché l’appartenenza all’etnia pashtun (oltre tredici milioni di persone, quasi il cinquanta per cento della popolazione), avrebbero consentito ad Hamid di ottenere il posto da premier.