Eva Cantarella su La macchina del tempo del dicembre 2001 a pagina 24., 11 dicembre 2001
Tra le rovine di Troia ci sono tracce del continente perduto Nel 1999 cinque esperti dell’Istituto di scienze geologiche di Hannover cominciarono a cercare Atlantide nei pressi delle rovine di Troia
Tra le rovine di Troia ci sono tracce del continente perduto Nel 1999 cinque esperti dell’Istituto di scienze geologiche di Hannover cominciarono a cercare Atlantide nei pressi delle rovine di Troia. All’origine dell’ipotesi stavano gli scavi di Schliemann. Prima delle ricerche a Micene, Schliemann aveva condotto degli scavi nella zona in cui, sulla base di Omero, riteneva fosse stata edificata la città di Troia: nel 1870 la cercò a Hissarlik, nel nord dell’Anatolia, e tra lo stupore generale la trovò. O meglio trovò le rovine di una città più antica di quella omerica. Le successive ricerche portarono alla luce nove insediamenti: nei luoghi individuati da lui era stata distrutta e ricostruita più volte una grande città (gli scavi condotti dopo la sua morte dimostrarono che la città omerica era quella attualmente indicata dagli archeologi come Troia VII A). Questo punto di partenza, nel 1992, consentì a Eberhard Zanggert, geo-archeologo svizzero, di avanzare l’ipotesi che Troia fosse Atlantide sulla base di una serie di coincidenze. Atlantide era ricca di acque e di canali: e nella zona presa in esame il popolo degli Urartei, che allora abitava lì, aveva compiuto opere di alta ingegneria. Come racconta Omero, Troia possedeva una ricchissima flotta, composta di millecentottantasei navi. Atlantide, secondo Platone, ne possedeva milleduecento. Sia nella zona dove sorgeva Troia sia ad Atlantide soffiava un forte vento da nord. Infine: come ad Atlantide, a Troia c’erano due sorgenti, la cui acqua era raccolta da due pozzi, "uno ardente come fuoco", dice Omero, "l’altro freddo come grandine".