Salute di sorrisi e canzoni, n. 32 dicembre 2001 pag. 30-31, 12 dicembre 2001
L’arma più efficace contro la parotite è il vaccino. Oggi si usa il «trivalente» (Mpr), indicato per rosolia, morbillo e, appunto, orecchioni: contiene dei virus attenuati della parotite che stimolano la produzione di anticorpi protettivi
L’arma più efficace contro la parotite è il vaccino. Oggi si usa il «trivalente» (Mpr), indicato per rosolia, morbillo e, appunto, orecchioni: contiene dei virus attenuati della parotite che stimolano la produzione di anticorpi protettivi. Ma non sempre è sufficiente: le statistiche dicono che il 15% dei bambini vaccinati ha contratto comunque la malattia. « vero, il ceppo Rubini, utilizzato finora come base del vaccino per la parotite, di recente si è rivelato poco efficace», ammette Stefania Salmaso, direttore responsabile del laboratorio di Epidemiologia, reparto malattie infettive, dell’Istituto superiore di sanità. «Per questo oggi vengono usati anche i ceppi dei virus Jeryl Lynn e Urabe». La prima vaccinazione va fatta quando il bambino ha compiuto 12 mesi, con un richiamo a 5 anni. Le sole controindicazioni sono l’allergia ai componenti del vaccino e l’immunodeficienza. «Non è vero, invece che il vaccino sia sconsigliato a chi è allergico alle uova o alla penicillina, o soffre di convulsioni o di dermatite da contatto». Unica precauzione: il piccolo non deve avere la febbre in corso. Niente vaccino per le mamme in gravidanza. Il monitoraggio che l’Istituto superiore della sanità conduce in collaborazione con una rete di pediatri «sentinella» (Rete Spes) ha permesso di stimare la frequenza della parotite in Italia nel 2000. L’incidenza per 100.000 bambini tra i 5 e i 9 anni è stata di 1.917 casi al Nord, 2.247 al Centro, 1.830 al Sud.