Elena Dusi e m.c. su la Repubblica del 12/12/01 a pagina 33., 12 dicembre 2001
La società americana Bioject ha prodotto per la Serono ”Cool.click”, siringa senz’ago che inietta il farmaco tra i pori della pelle: la spinta viene data da una microesplosioneche dura meno di un secondo, il medicinale viene poi assorbito dai vasi sanguigni sottocutanei e portato in circolo per tutto il corpo
La società americana Bioject ha prodotto per la Serono ”Cool.click”, siringa senz’ago che inietta il farmaco tra i pori della pelle: la spinta viene data da una microesplosioneche dura meno di un secondo, il medicinale viene poi assorbito dai vasi sanguigni sottocutanei e portato in circolo per tutto il corpo. Da maggio del 2002 potrà essere utilizzata in Italia solo con l’ormone della crescita, sarà distribuita in un centinaio di centri di cura pubblici specializzati nei problemi di accrescimento dei bambini (malattie che comportano iniezioni quotidiane). Per il 2003 dovrebbe essere pronto un nuovo tipo di siringa senz’ago utilizzabile con una gamma più ampia di farmaci: in sperimentazione un apparecchio che, grazie all’esplosione di un piccolo serbatoio di elio, inietta farmaci in polvere a una velocità tripla rispetto al suono, ma è necessario che i granuli siano più piccoli dei pori della pelle (0,17 millimetri). Manuel Castello, direttore della clinica pediatrica Umberto I di Roma: «Il problema del dolore per i più piccoli è molto serio. Un tempo credevamo che il pianto fosse dovuto soltanto al capriccio. Invece il male esiste, ed è anche misurabile. Quando devo fare un’iniezione a un bambino cerco di distrarlo con un gioco. Poi lo stendo e gli do uno schiaffo sul sedere prima di infilare l’ago». Pierpaolo Mastroiacovo, docente di pediatria alla Cattolica di Roma: «La penetrazione del farmaco sottocute non è indolore». Marco Battaglia, docente di psicopatologia dello sviluppo al San Raffaele di Milano: «Gli oggetti acuminati provocano una paura innata nei bambini. Loro non conoscono tecniche di rilassamento e distrazione. Nel momento in cui vedono la siringa concentrano immediatamente la loro attenzione sul dolore che stanno per provare, facendolo sembrare ancora più intenso». Lino Banfi, comico: «Da bambino avevo paura, come tutti, avevo paura soprattutto del modo di farle negli ospedali: con una siringa unica, un unico ago che veniva bollito. Non esisteva la siringa ’usa e getta’ come adesso. Ho passato diversi periodi in ospedale quando ero piccolo e povero, e quest’ago che girava tra le mani delle infermiere metteva una certa inquietudine. Fuori dell’ospedale spesso era la portiera a sobbarcarsi questo compito ingrato ma redditizio, all’iniezione seguiva sempre una mancia. Ma da noi era il barbiere spesso a farle, era lui a fare tutta una sorta di medicazioni. Una volta, ero bambino, avevo otto anni e il tifo, mi curò con delle sanguisughe sul petto. Altri tempi. Adesso sono io a fare le iniezioni, ho imparato bene, mi esercito un po’ con tutti in famiglia, compreso il cane e vi assicuro che non è facilissimo. Ho imparato su mia suocera che poi è morta ma, credetemi, non per colpa mia». Anna Marchesini, comico: «Aspettavo la siringa senz’ago insieme all’abolizione del trapano del dentista, due tappe storiche. Da piccola avevo una paura assoluta. Mi ricordo ancora quello stendersi sul letto matrimoniale dei genitori in attesa della pugnalata che non sapevi esattamente quando sarebbe calata, perché il nemico era alle tue spalle. Un dolore che veniva annunciato dal rumore del bollitore. Noi negli anni ’50 siamo cresciuti con la siringa di vetro che prima andava bollita. Siamo figli di un’epoca punitiva ed eravamo sottoposti a questo rito delle punture almeno una volta all’anno. Quando io ero piccola andava di moda la ’curetta’, bastava un po’ d’inappetenza, bastava andare male a scuola o il cambio di stagione, tutti motivi per una bella tornata di iniezioni».