Cesare Biasini Selvaggi, "I segreti del presepio", Piemme., 14 dicembre 2001
Nel 1831, la nobildonna Isabella Accolti-Gil di Conversano si recò a Monopoli in visita a sua sorella Aurelia, nella cui casa ammirò un bel presepio
Nel 1831, la nobildonna Isabella Accolti-Gil di Conversano si recò a Monopoli in visita a sua sorella Aurelia, nella cui casa ammirò un bel presepio. Lì conobbe una donna che occupava il suo tempo a confezionare piccoli simulacri di cera del Bambino Gesù. Ritornata a casa a Massafra scrisse alla sorella chiedendone uno e ne ricevette invece tre. Donna Isabella ne tenne uno solo per sé mentre donò gli altri alla cognata e a una suora. Fece benedire il suo e lo adagiò in un canestro ornato di fiori. Verso il 1840 il marito si ammalò e Donna Isabella ne implorò una pronta guarigione tanto che per voto allestì un presepio, che rifaceva ogni volta. Il 24 dicembre 1846 verso le sette di sera avvenne un fatto straordinario: l’immagine di Gesù Bambino apparve tutta pregna di sudore. Questo fenomeno durò per tre giorni e fu notato anche dall’arciprete don Frappietri, da don Biscozzi e dal cappuccino padre Isaia. Purtroppo a gennaio dell’anno seguente morì don Francesco e la vedova si consolò dedicandosi alla venerazione della statuetta. Nel dicembre 1849 fu notata con profondo stupore e scalpore anche una macchia di sangue, insieme al sudore, sul petto dello stesso simulacro e si cominciò a gridare al miracolo.