R. S. su Corriere Scienza del 16/12/01 a pagina 29., 16 dicembre 2001
Negli ultimi tempi i ricercatori hanno selezionato frutta secca sempre più grande, più bella da vedersi, più facile da aprire, ma dal sapore talvolta irriconoscibile
Negli ultimi tempi i ricercatori hanno selezionato frutta secca sempre più grande, più bella da vedersi, più facile da aprire, ma dal sapore talvolta irriconoscibile. Di recente sono comparse sul mercato enormi castagne prodotte da ibridi euro-giapponesi che, a detta di Giorgio Grassi, direttore dell’Istituto sperimentale per la frutticoltura di Caserta, «sanno di patata». Per distinguerle dalle castagne italiane, basta guardare l’ilo, cioè la parte bianca situata alla base del frutto: «Di solito è piuttosto piccola. Più cresce di dimensioni, più Dna asiatico esiste nella pianta». Sotto Natale, oltre ai tradizionali fichi del Cosentino o del Cilento, i negozi vendono fichi turchi, più grandi ma pieni di semini duri: «Quelli che chiamiamo semi sono i minuscoli frutti che si trovano nella polpa del fico. I fiori della pianta dei nostri fichi non vengono fecondati, quindi i frutticini non producono semi, restando vuoti e più teneri. I fichi turchi, invece, provengono da piante che producono fiori fecondabili: all’interno dei frutticini si formano perciò minuscoli semi che scricchiolano sotto i denti». Le noci più grosse sono quelle della California, varietà Hartley, pochissimo sapore e guscio fragile (ottenuto selezionando piante che producono semi più sottili). Si riconoscono in questo modo: appoggiate sull’apice più largo, restano in piedi. Altre novità sperimentate in Italia senza danneggiare (a detta dei ricercatori) il sapore: la "tonda di Giffoni", una nocciola dalla buccia particolarmente sottile, destinata soprattutto all’industria dolciaria; le mandorle "autofertili" (le varietà di mandorli più diffuse nel mondo, che sono sterili per via di alcuni geni che impediscono l’incontro tra polline e ovari, per riprodursi hanno bisogno di riversare il proprio polline su fiori di altre varietà: perciò producono poco seme).