Notizie tratte da: Nicholas Gage # Fuoco Greco. La storia di Maria Callas e Aristotele Onassis # Sperling & Kupfer Editori 2001 # pp. 357, 32 mila lire., 17 dicembre 2001
Notizie tratte da: Nicholas Gage, Fuoco Greco. La storia di Maria Callas e Aristotele Onassis, Sperling & Kupfer Editori 2001, pp
Notizie tratte da: Nicholas Gage, Fuoco Greco. La storia di Maria Callas e Aristotele Onassis, Sperling & Kupfer Editori 2001, pp. 357, 32 mila lire.
Aristotele Onassis, 53 anni, e Maria Callas, 33, si conobbero a Venezia il 3 settembre 1957, durante la festa organizzata dalla giornalista Elsa Maxwell in onore della cantante. I due parlarono per l’intera notte in greco, escludendo tutti gli altri. Lei, slanciata ed elegante, sposata con Giovanni Battista Meneghini, trent’anni più vecchio di lei; Onassis, tozzo, carnagione olivastra, naso enorme (qualcuno diceva: «Sembra molto più alto quando sta in piedi sopra i suoi soldi»), sposato con Tina Livanos, di venticinque anni più giovane. Divennero amanti due anni dopo, durante la crociera di tre settimane sullo yacht ”Christina” in cui gli Onassis invitarono tra gli altri la Callas e il marito, Winston Churchill e lady Clementine, Anthony Montague Browne e la moglie Noel, detta Nonie. Gli ospiti si accorsero che tra Aristotele e Maria stava nascendo qualcosa quella sera in cui i due preferirono ordinare una cena greca solo per loro, disertando la tavolata e la compagnia (la scusa della Callas fu: «Mangiamo sempre francese!»). Aristotele prese a intrattenere Maria in lunghe conversazioni notturne, in greco, perché gli altri non capissero, e tuttavia costringendo gli ospiti a stare svegli a turno, per salvare le apparenze. Spesso le raccontava avventure erotiche della sua gioventù. La Callas, eccitata dall’atteggiamento disinvolto di lui riguardo al sesso, cominciò a credere che far l’amore poteva esser piacevole persino per una donna (fino ad allora l’aveva considerato un dovere coniugale per garantire la felicità del marito e assicurarsene la protezione). Decise ch’era venuto il momento di amare Aristotele il giorno dello scalo a Istanbul. Andarono tutti in visita dal patriarca Atenagora. Costui benedì solo loro due, «la migliore cantante e il più famoso marinaio del mondo moderno». L’intera compagnia ebbe l’impressione che si stesse celebrando una cerimonia nuziale (Meneghini protestò: «Ma lei è già sposata!»). La notte stessa Maria fece finalmente l’amore con Onassis: raggiunse per la prima volta l’orgasmo (Nicholas Cage, "Fuoco Greco").
Giovanni Battista Meneghini, detto ”Meningitis” dalla moglie di Onassis, sapeva parlare solo italiano e soffriva il mal di mare, perciò in crociera rimaneva per lo più da solo in cabina. Quando capì che stava perdendo la moglie, a tavola cominciò a fare piedino a Nonie Montague Browne. Il ricordo di costei: «Diventò un poveretto sempre più amareggiato e triste, e fui io a farne le spese, perché si sedeva sempre vicino a me; cominciò anche a rovinarmi le scarpe nel patetico sforzo di provare che poteva ancora attrarre una donna» (Nicholas Cage, "Fuoco Greco").
Cambiamenti. «Le due cose che ricordo di lei sono che era talmente grassa da passare a stento dalla porta e che aveva le gambe coperte di fitti peli neri, dato che aveva sposato da poco un italiano, e a quel tempo le donne italiane non si depilavano le gambe. Quando la rividi nel 1959, così slanciata ed elegante, stentai a credere che fosse la stessa donna» (Merope Onassis Konialidis, sorellastra di Onassis, a proposito di Maria Callas).
Parassiti. Maria Callas perse trenta chili tra la Gioconda del dicembre 1952, quando ne pesava più di 94, e il Don Carlos dell’aprile 1954 alla Scala, quando era scesa a 65. Alla fine arrivò a 53, su una statura di un metro e ottanta. Tutto cominciò con una tenia, non si sa se inghiottita apposta o contratta a furia di mangiare insalata e carne cruda. Meneghini raccontava che un giorno Maria, mentre faceva il bagno, scoprì la proglottide di una tenia che le emergeva dal corpo. In preda a una crisi isterica annullò l’esibizione alla Scala, e quando il marito le telefonò, lei rispose: "Battista, ti prego, vieni subito, l’ho uccisa".
Pasta. Siccome Giovanni Cazzarolli, dirigente del pastificio romano Pantarella, pubblicizzava i suoi prodotti dietetici sostenendo che avevano fatto dimagrire perfino la Callas, la cantante gli fece causa. Ma nel 1954 la invitò il papa Pio XII, zio del Cazzarolli: «Nostro nipote è presidente di quella società, vi saremo grati se si potesse arrivare in fretta a un accordo, in modo che il papa venga lasciato in pace».
Arti. «Di fatto tu sostituirai la Garbo, ormai troppo vecchia, a bordo del Christina. Buona fortuna. La Garbo non mi è mai piaciuta, e ho amato te. Da questo momento godi ogni istante della tua vita. Prendi (e questa è un’arte delicata) tutto. Dai (non è arte delicata ma importante) tutto ciò che puoi permetterti di dare: questa è la via verso la felicità, che devi scoprire nel deserto del dubbio. Non desidero nemmeno vederti ancora. Il mondo dirà (in verità lo sta già dicendo) che hai solo voluto usarmi. Lo nego categoricamente. Il poco che ho fatto, l’ho fatto con gli occhi bene aperti, e con il cuore e con l’anima. Tu sei già grande e lo diventerai ancora di più» (dalla lettera della giornalista Elsa Maxwell a Maria Callas, del 21 luglio 1959).
Dannati. Il Christina salpò da Monte Carlo il 23 luglio 1959, alle ore 0.08. Più tardi un giornalista definì la crociera "il viaggio dei dannati".
In origine era una fregata canadese residuato bellico, la Stormont, e l’armatore l’aveva acquistata nel 1953, investendo quattro milioni di dollari per farla smantellare e ristrutturare come panfilo da crociera a Kiel, in Germania. La suite personale di quattro stanze situata in alto, sul ponte di plancia, riprendeva il tema del palazzo di Cnosso. La stanza da bagno era una copia di quella di Minosse nell’antica Creta, completa di vasca incassata nel pavimento e circondata di mosaici con un motivo di pesci volanti. In ogni bagno dello yacht, rubinetti dorati a forma di delfino. Nella stanza di Aristotele e Tina, con letto monumentale, le pareti verde spuma di mare erano adorne di specchi veneziani racchiusi in cornici d’avorio lavorate con decorazioni a forma di conchiglia. Anche i mobili erano veneziani, laccati e dipinti a motivi floreali. Alle pareti rilucevano molte preziose icone bizantine. Dallo spogliatoio annesso al bagno principale una porta segreta conduceva alla sala radio e alla sala carte. Nello studio di Aristotele la Madonna con un angelo di El Greco, fiancheggiata da due sciabole d’oro massiccio, dono di re Saud, e una statua di Buddha, di giada verde tempestata di rubini, dove l’armatore, che soffriva d’insonnia, spesso s’intratteneva tutta la notte, parlando contemporaneamente su varie linee telefoniche per seguire i suoi affari in tutto il mondo. Il re d’Egitto Faruk: "Gli interni del Christina erano l’ultima parola in fatto di opulenza".
Cristalli. La sera in cui Onassis si vantò dei suoi cristalli Baccarat, talmente sottili e delicati da cambiare leggermente forma quando subivano una pressione. Ma quando Diana, la figlia di Churchill, alticcia per un eccellente Chateau Lafite del ’53, provò col suo bicchiere, quello esplose schizzando il vino rosso sullo smoking bianco dell’ambasciatore britannico sir Roger Alan, che le sedeva accanto. Onassis: «Strano, non l’avevo mai visto succedere prima», e schiacciò il proprio bicchiere da acqua finché si ruppe.
Zuccate. Il giorno in cui Ari intratteneva i bambini in piscina facendo il buffone, capitò che si tuffò di testa in un punto in cui si toccava e colpì il fondo battendo la testa e tornando su semisvenuto. Secondo Montague Browne fu quella zuccata a fare precipitare l’ossessione dell’armatore per l’amante: «A partire da quel momento il comportamento di Ari cambiò radicalmente. L’umore, prima costante, si fece aggressivo, anche se mai con gli ospiti. Beveva più di prima e cadeva in silenzi assorti. Ma soprattutto cominciò a occuparsi vistosamente di Maria Callas».
Saggezza. Insegnamento di una prostituta di Smirne al giovane Onassis: «In un modo o per l’altro, tesoro, tutte lo fanno per soldi».
Analogie. Maria, dopo l’ennesima notte in coperta con Ari: «Per quanto prendesse dalla vita tutto ciò che pensava di volere (sapeva divertirsi, ma era un gran lavoratore), sentiva che qualcosa di vitale gli sfuggiva. Lo ascoltavo, e in molte sue parole trovavo un’analogia con la mia vita. Quando tornai in cabina era l’alba».
«Lei e Onassis avevano in comune il senso profondo del fato, la grecità. Maria era visceralmente greca» (il principe Michele di Grecia).
Gemelli. «Maria e Aristo erano come due gemelli che nessuno avrebbe potuto separare» (la fisioterapista Korinna Spanidou).
Debiti. Quando la Callas e Meneghini si separarono, lei scoprì che il marito non aveva nemmeno pagato i gioielli che le aveva regalato.
Rose. Dopo l’udienza che sancì la separazione da Meneghini, la Callas, in viaggio per Dallas per cantare nella Medea, scoprì che sull’aereo la poltrona accanto alla sua era stata riservata a un enorme mazzo di rose rosse mandate da Onassis.
Chiavi. Onassis non voleva concedere il divorzio a Tina, finché lei non gli rammentò di avere la chiave di una cassetta di sicurezza a Panama contenente tutte le azioni al portatore della sua azienda. Prima di allora l’armatore aveva dichiarato di voler rimanere formalmente sposato con lei, pur consentendole di convivere col suo amante Reinaldo Herrera, a cui aveva promesso di regalare una proprietà in Francia per stare con lei a condizione che non la sposasse: "E passeremo le estati insieme".
Omero. Maria Callas era rimasta incinta già ad agosto. Al nono mese, temendo che Onassis la raggiungesse prima del parto, sentendosi goffa e brutta, sollecitò il medico della clinica Dezza di Milano a praticarle un taglio cesareo appena lo si potesse fare senza rischi, per farsi trovare snella e con un bimbo tra le braccia. Il figlio nacque e morì il 30 marzo 1960. Dall’atto di nascita: "Lengrini Omero. Nato vivo e morto prima della denuncia della nascita" (la coppia aveva concordato il nome, mentre il cognome forse era lo pseudonimo con cui la Callas era stata registrata in clinica).
Massaggi. «Ricordo che una volta entrai nell’appartamento di Onassis a Monte Carlo per farle un massaggio. Lei era distesa sul letto completamente nuda ma con indosso ogni sorta di gioiello. ”Ad Aristo piaccio così”, disse. Ed era bellissima, con i capelli sciolti, il collo grazioso e le orecchie ingioiellati» (Korinna Spanidou).
Armonia. Una sera che Onassis portò la Callas a cena fuori a Parigi, lei, così bisognosa di complimenti, richiamò la sua attenzione sul cappellino tondo con la veletta. Il commento di lui: «Armonia, tesoro, armonia... O ti metti un cappello più grosso, o ti tagli un pezzo di naso».
Inviti. Nell’inverno del 1964, quando Onassis e Maria erano in viaggio a New York, Jacqueline Kennedy, invitò a cena solo l’armatore nel nuovo appartamento di quindici stanze al 1040 della Fifth Avenue. Particolarità di quella serata: tutti gli ospiti erano uomini.
Jella. Da quando aveva sposato Jacqueline Kennedy, gli affari di Onassis avevano cominciato ad andare male, e i suoi più stretti collaboratori incolpavano la "jella di Jackie".
Pasolini. Al termine delle riprese della versione cinematografica non cantata della Medea, il regista Pier Paolo Pasolini, regalò a Maria Callas un anello con un’antica moneta turca dicendole che era l’unica donna che avesse mai amato a parte sua madre, e che se avesse provato desiderio per una donna, sarebbe stato per lei.
Assunzione. Il 15 agosto 1970, festa dell’Assunzione, la Callas era in vacanza a Tragonisi, l’isola privata dell’armatore Perry Embiricos, dove, tra l’altro, l’aveva raggiunta Pasolini, per passare il tempo a ritrarla, incorporando nelle sue opere fiori veri e acqua marina. Quel giorno Ari atterrò con l’elicottero per farle gli auguri dell’onomastico e portarle in dono un paio di orecchini antichi. Un fotografo appostato su una barchetta in mezzo al mare lo riprese col teleobiettivo mentre baciava la Callas, e subito dopo la barboncina, Djedda, che lui stesso le aveva regalato.
Perfezione. Alessandro, primogenito di Onassis, sulla decisione del padre di sposare Jacqueline: «Una coppia perfetta. Lui ama i bei nomi, Jackie ama i soldi».
Icaro. Il 25 gennaio 1973, tre giorni dopo la morte del figlio Alessandro, morto in un incidente aereo, raggiunse a Parigi la Callas, che l’abbracciò singhiozzando: "Se solo fosse vissuto nostro figlio!".
Insistenze. Nel 1973, quando Onassis, insisteva che voleva sposarla e prometteva di divorziare da Jacqueline, la Callas, convinta che lui parlasse di divorzio, come una volta parlava di matrimonio, cominciò la relazione col tenore Giuseppe Di Stefano.
Coperte. Ammalato di miastenia (così grave che doveva aiutarsi con un cerotto per tenere le palpebre aperte), il 7 febbraio del 1975 Onassis decise di ricoverarsi a Parigi, forse per la presenza di Maria. L’unica cosa che si curò personalmente di portare con sé la coperta di cachemire rosso di Hermès, ricevuta in dono dalla Callas il 20 gennaio per il suo settatunesimo compleanno. L’ultima volta che lo vide, lui la salutò così: «Ti ho amata, non sempre bene, ma quanto più e meglio sono stato capace».
Tempismo. L’articolo di giornale letto dalla Callas la sera prima di morire, il 15 settembre 1977, a cinquantatré anni – dopodiché spense la luce per l’ultima volta -: un’intervista di Gina Lollobrigida sul tempismo di ritirarsi dalla carriera quando si è raggiunto il culmine del successo.
Caveau. Le ceneri di Maria Callas, prima di essere disperse nell’Egeo, il 3 settembre 1979, giacquero nel caveau di una banca.