Enzo DíAntonio su Io Donna del 15/12/01 a pagina 250., 15 dicembre 2001
Stregato dalla moda del presepe cittadino, Carlo III di Borbone, re di Napoli, addobbava personalmente le figure dei pastori e dei Magi che richiedeva agli artigiani del centro storico per la sua Natività privata
Stregato dalla moda del presepe cittadino, Carlo III di Borbone, re di Napoli, addobbava personalmente le figure dei pastori e dei Magi che richiedeva agli artigiani del centro storico per la sua Natività privata. Il suo presepe doveva essere infinitamente più bello delle figurine in terracotta che i napoletani si divertivano ad assemblare nel periodo natalizio. Era utile che il popolo lo ammirasse: serviva a testimoniare lo splendore e la devozione della Casa Reale e accennava, per analogia, all’origine divina del potere monarchico. Un presepe reale venne esposto a Forcella, quartiere popolare, e divenne leggendario, ma il principe Ferdinando lo rovinò e arrivò in Spagna decimato. Il ”Belen (presepe) del principe ” avrebbe dovuto aspettare quasi 300 anni per venire ricomposto. Un anno fa Juan Carlos di Borbone si aggirava nel quartiere napoletano di San Gregorio Armeno spiando le botteghe degli artigiani: cercava le figure originali per ricomporre il presepe di famiglia. Tornato in Spagna fece indire un concorso pubblico per l’integrazione del presepe con 200 figure originali: vinsero i fratelli Scuotto.