Lietta Tornabuoni, LíEuropeo, novembre 2001, 20 dicembre 2001
«Quattro note dolcemente ruffiane, un sospiro roco, un ansito tronco. ”Scetèm, scetèm, scetèm”, mormora la voce femminile: estasiata, ma fornita purtroppo di un fortissimo accento inglese alla Stanlio e Ollio che fa somigliare la dichiarazione d’amore francese a una sorta di saluto arabo
«Quattro note dolcemente ruffiane, un sospiro roco, un ansito tronco. ”Scetèm, scetèm, scetèm”, mormora la voce femminile: estasiata, ma fornita purtroppo di un fortissimo accento inglese alla Stanlio e Ollio che fa somigliare la dichiarazione d’amore francese a una sorta di saluto arabo. ”Moi non plus”, replica secca la voce maschile. ”Oh, mon amour, mon amour...” invoca lei con grata adorazione, esultante stupore. Lui, didascalico, passa a illustrare i propri gusti e attività del momento: ”Je vais et je viens entre tes reins, mais je me retiens”. ”Tu vas et tu viens entre mes reins, et je te reçois”, conferma e constata lei a sua volta. Il dialogo amoroso acquista poi andamento di dibattito, carattere di contraddittorio, toni polemici. ”Viens!” supplica lei, ma lui s’intestardisce: ”Je me retiens”. ”Oh mon amour”, si strugge lei; ”Amour physique et sensuel”, precisa subito lui con scortese pignoleria, a scanso di equivoci sentimentali. Quindi annuncia per l’ennesima volta (e con evidente vanagloria): ”Je me retiens”; ma sono passati due minuti e trenta secondi, lei non ne può più: ”Non, viens!”, esige perentoriamente. Lui cede, e il disco finisce con grandi respiri ansimanti, sospiri ritmati, rantolii e mugolii: soprattutto, bisogna dirlo, da parte di lei» (Lietta Tornabuoni, raccontando la canzone Je t’aime... moi non plus, "la registrazione sonora di un amplesso", incisa nel 1969 da Serge Gainsbourg e Jane Birkin, marito e moglie per dodici anni. La Rai si rifiutò di trasmettere il brano nel programma ”Hit Parade” anche quando era ormai primo in classifica).