Michele Anselmi, il Giornale 17/12/2001, 17 dicembre 2001
«Da Cannes a Berlino, da Locarno a San Sebastiano, nessun grande festival è pilotato da un cineasta star, tanto meno operante
«Da Cannes a Berlino, da Locarno a San Sebastiano, nessun grande festival è pilotato da un cineasta star, tanto meno operante. Ci sarà pure un motivo se questo accade. Ricordo allora che porre mano all’organizzazione di un festival, specialmente della Mostra d’arte cinematografica (di Venezia, ndr), significa impegnarsi otto-dieci mesi all’anno, trovare gli sponsor per integrare un budget spesso insufficiente, muoversi da un capo all’altro del mondo per scovare i nuovi talenti, visionare in pellicola e in cassetta almeno mille film, migliorare la qualità dei servizi e degli spazi, intrattenere rapporti con produttori, autori e albergatori, reinventare formule spesso usurate (maratona, vetrina, ricerca?), assemblare giurie autorevoli che non guastino la festa con verdetti incongrui, dribblare le trappole della stampa, coordinare le dirette tv, eccetera. Scorsese sapeva di non poter garantire un impegno full time, a meno di non delegare la baracca a un vice: essendo una persona seria ha detto di no. Sarebbe stato un direttore di bandiera, certo di altissimo profilo, gradito ai cinefili, forse alla comunità hollywoodiana, ma inadeguato al cimento. Per fare i festival ci vogliono quelli del mestiere» (Michele Anselmi)