Paolo MacrÏ, Corriere della Sera 19/12/2001, 19 dicembre 2001
«Ma non basta. Tipicamente, le destre estreme hanno obiettivi nazionalistici (la Grande Germania, l’Impero italiano, la Grande Ungheria, la Grande Finlandia) che faticano a confluire in una comune strategia geopolitica
«Ma non basta. Tipicamente, le destre estreme hanno obiettivi nazionalistici (la Grande Germania, l’Impero italiano, la Grande Ungheria, la Grande Finlandia) che faticano a confluire in una comune strategia geopolitica. Il conflitto mondiale non sarà, come vuole Nolte, la risposta del fascismo europeo al bolscevismo ma piuttosto la guerra di Hitler, la guerra di Mussolini, la guerra degli altri Paesi ”revisionisti” (rispetto ai confini tracciati a Versailles, ndr). Ciascuno con i propri interessi nazionali [...]. Che, a differenza di quella comunista, non esista un’internazionale nera, è un fatto. Ma questo non toglie che prima Mussolini e poi Hitler siano punti di riferimento irrinunciabili per molti partiti fratelli. Sul piano ideologico, organizzativo, finanziario. Italia docet, si dice, negli anni Venti, quando i leader della destra usano andare in pellegrinaggio nella Roma del Duce» (Paolo Macrì)