Luca Telese, il Giornale 18/12/2001, 18 dicembre 2001
«Ma i problemi grossi sono la guerra e il movimento no global che costringono il leader a prendere atto della distanza dai suoi elettori e dalla sua stessa coalizione
«Ma i problemi grossi sono la guerra e il movimento no global che costringono il leader a prendere atto della distanza dai suoi elettori e dalla sua stessa coalizione. A Genova, per il G8, se l’era cavata mandando il fido Ermete Realacci e restando a casa. Ad Assisi sfiora l’assurdo: come leader della coalizione aderisce alla marcia della pace, come leader della Margherita no: decide così di percorrere pochi chilometri a piedi per non incorrere nei fischi dei pacifisti che Massimo D’Alema invece sfida. Si allontana su un’auto blu (come documenta puntigliosa ”La Stampa”), esce con le ossa rotte dal confronto diretto. Il giorno dei due cortei di Roma, malgrado le prese di posizione filo-americane non ha il coraggio di aderire alla manifestazione de ”Il Foglio”. Non può certo andare al corteo dei no global, così s’inventa una grottesca visita alle truppe, in Puglia, accompagnato solo dai giornalisti (che ricorda la ”fuga di Brindisi”, di Vittorio Emanuele III) [...]. Fra chi preferisce D’Alema, chi sogna il ritorno di Prodi e chi sogna l’intelligenza del Dottor Sottile, la rimozione dell’ex piacione nazionale, l’ex sindaco del ”rione vanità” (indimenticabile definizione di Gianna Fregonara del ”Corriere della Sera”) sembra la cronaca di una morte annunciata» (Luca Telese, a proposito di Francesco Rutelli)