Geminello Alvi, Corriere della Sera 20/12/2001, 20 dicembre 2001
«Ed eccolo lì l’euro. Non indagheremo sul come ci si è arrivati, perché è Natale. Basti dire che la moneta europea è il prezzo dell’oblio, e quindi delle due banconote con impresso l’elettrochoc della Montessori o le ciclotimie di Caravaggio
«Ed eccolo lì l’euro. Non indagheremo sul come ci si è arrivati, perché è Natale. Basti dire che la moneta europea è il prezzo dell’oblio, e quindi delle due banconote con impresso l’elettrochoc della Montessori o le ciclotimie di Caravaggio. E veniva da sperare in una banconota florida con serena grafica come erano i marchi. O policroma e arrogante come il franco. Almeno silente e ornitologica, come certe banconote nordiche. Invece avremo per le mani un tagliando asettico, in cui può rispecchiarsi temo solo un rappresentante di porte e finestre, tanto esse vi abbondano. E sul retro ponti a non finire, tirati non si sa verso dove, e colori pallidi da minestrina per inappetenti. Dovendo giudicare le cose dal loro apparire, e non v’è nella coscienza terrena altro che esso, c’è da riflettere. Le lire rispecchiavano noi stessi; ma a rigirare tra le mani gli euro chi ci si trova? Desideravamo, è vero, obliarci. O meglio forse di più, ci volevamo diversi ma che restasse di tutti qualcosa, magari il meglio. Invece ecco dei ponti tesi, come certi discorsi di Strasburgo e Bruxelles, sul niente» (Geminello Alvi)