27 dicembre 2001
Cillo Elinda, di anni 62. Mezza matta, seguita da un medico e a volte ricoverata in clinica psichiatrica
Cillo Elinda, di anni 62. Mezza matta, seguita da un medico e a volte ricoverata in clinica psichiatrica. Separata dieci anni fa dal marito, Graziani Giuseppe, di anni 65, proprietario di una fabbrica poco fuori Torino, viveva col figlio Giulio Genesio, di anni 25, laureato in Giurisprudenza, nessun amico e nemmeno una fidanzata. Solitari, scontrosi con tutti, madre e figlio stavano sempre chiusi nel loro appartamento, le tapparelle marroncine abbassate anche d’estate, qualche uscita insieme solo per far la spesa. L’altra mattina la Cillo entrò in un palazzo vicino a casa sua, salì fino all’ottavo piano e si lanciò nella tromba delle scale. Quindici ore dopo il figlio s’arrampicò fino al nono piano del suo palazzo, spalancò la finestra e si lasciò cadere giù. Atterrò sulla rampa del garage, dove fu ritrovato qualche tempo dopo da un medico. In un palazzo color nocciola e bianco costruito trent’anni fa con pretese di eleganza, Torino.