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 2001  dicembre 27 Giovedì calendario

Nel libro "Medioevo sul naso" Chiara Frugoni racconta che nessuno sa per certo chi sia stato l’inventore degli occhiali, forse un laico che tenne segreta l’arte di fabbricarli per ricavarne maggiori guadagni

Nel libro "Medioevo sul naso" Chiara Frugoni racconta che nessuno sa per certo chi sia stato l’inventore degli occhiali, forse un laico che tenne segreta l’arte di fabbricarli per ricavarne maggiori guadagni. Di sicuro nel Duecento, a Venezia, gli occhiali erano diventati d’uso corrente, mentre nel tardo Medioevo compaiono spesso nella ritrattistica, persino sul volto di antichi padri della Chiesa come sant’Agostino. Un’altra invenzione medievale fu l’anestesia: nell’antichità gli individui sottoposti a intervento chirurgico urlavano di dolore, all’epoca di Boccaccio venivano "addoppiati", cioè addormentati con l’oppio (molti però impazzivano, altri non si svegliavano affatto). Alla fine del Medioevo Paracelso studiò la narcosi con l’etere, sperimentandola senza danno sulle galline, che starnazzavano già poco dopo il risveglio. Ciononostante, non osò testare sull’uomo gli effetti della sua scoperta. Anche i numeri che adoperiamo ci vengono dal mondo arabo e dal Medioevo. Alla fine del secolo XII, Leonardo Fibonacci da Pisa, dopo un viaggio in Algeria, tradusse in un trattato il nuovo metodo di numerazione, che sostituì prima in Italia e poi in tutta Europa il sistema romano, assai macchinoso per le operazioni più complesse. Altre invenzioni medievali: i bottoni, le mutande, le forchette, i Monti di Pietà, i vetri alle finestre, il gioco delle carte, i tarocchi, gli scacchi, la polvere da sparo, la bussola, il timone. Anche il modo di dire «è un altro paio di maniche» deriva dall’epoca medievale: al tempo la maniche erano separate dalle vesti, quindi si potevano staccare, riporre e cambiare, magari per lavarle. Si ha notizia di maniche date in elemonisa oppure lussuose e ingioiellate, come quelle che un ladro abilissimo riuscì a sfilare di dosso a Violante di Sicilia, moglie di Roberto D’Angiò, mentre la signora era tutta assorta a guardare uno spettacolo.