Stefano Lorenzetto, il Giornale 23/12/2001, 23 dicembre 2001
«Dalle finestre della casa dove nacque, vedeva la Schiara. A 16 anni aveva fatto la sua prima arrampicata sulla Croda da Lago
«Dalle finestre della casa dove nacque, vedeva la Schiara. A 16 anni aveva fatto la sua prima arrampicata sulla Croda da Lago. Due anni prima di morire mi disse: ”Ogni notte, ti dico ogni notte, sogno di scalare pareti vertiginose. una specie di romanzo a puntate che s’interrompe soltanto quando sono a Cortina”. E così lei lo aiutò a riprenderlo sulla Croda da Lago... Sì. Dino aveva paura di non farcela. Fu risoluto: ”Non voglio aiuti, questo è il patto”. Lo legai fra me e Lino Lacedelli, il conquistatore del K2. A un certo punto della via Eotwoes c’è un passaggio obliquo di un metro o due. ”Ma questo è un quarto grado secco! Non me la sento”, protestò. Lo costringemmo a proseguire. Quando fu sulla vetta sussurrò: ”Ti ringrazio... Vi ringrazio”. Rimase muto per un bel po’ a rimirare quell’immenso panorama. Fu la sua ultima scalata» (Rolly Marchi, uomo delle nevi, a proposito di Dino Buzzati)