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 2002  gennaio 03 Giovedì calendario

Tutti i linguisti sono d’accordo sul fatto che la parola euro, da usare solo al singolare, non dovrebbe creare problemi agli italiani (unica eccezione, per ora, Roberto Pavoni del Tg5, finito più volte su "Striscia la notizia" perché una volta gli scappò di bocca "euri")

Tutti i linguisti sono d’accordo sul fatto che la parola euro, da usare solo al singolare, non dovrebbe creare problemi agli italiani (unica eccezione, per ora, Roberto Pavoni del Tg5, finito più volte su "Striscia la notizia" perché una volta gli scappò di bocca "euri"). Secondo Francesco Sabatini dell’Accademia della Crusca, «euro funzionerà come video e audio, nomi maschili invariabili». L’abolizione del plurale piace molto al sociologo Domenico De Masi, da sempre appassionato di vocaboli, inventore della sigla Enea (mentre i dirigenti del futuro Ente nazionale energie alternative partivano dalle parole per arrivare alla sigla, lui suggerì la via opposta: pensò all’eroe romano Enea e solo in un secondo momento cercò un senso per la sigla): «L’euro è perfetto così com’è, sembra inventato da un pubblicitario. Quelle tre vocali rendono il suono dolcissimo, anche se la "u" centrale assegna una nota di serietà». Nessuno sa invece dire se la gente parlerà di centesimi, cent o eurocent: «Una cosa è certa: si pronuncerà cent con la "c" dura italiana: niente letture anglosassoni e americanismi, siamo in Italia» (Michele Cortelazzo, ordinario di Storia della lingua italiana a Padova).