Ivan Sergeevic Turgenev, "Memorie di un cacciatore", Rizzoli, 4 gennaio 2002
Ogni estate, poco prima del tempo della mietitura, compariva nei villaggi una piccola carretta guidata da uno strano personaggio vestito di un caffettano
Ogni estate, poco prima del tempo della mietitura, compariva nei villaggi una piccola carretta guidata da uno strano personaggio vestito di un caffettano. Vendeva falci: a chi pagava in contanti chiedeva un rublo e 25 copechi, a chi comprava a credito un rublo d’argento e tre rubli di carta. I contadini compravano a credito, e lo aspettavano dopo 2/3 settimane, trascorso il tempo della falciatura dell’avena. A quel punto il contadino aveva di che pagare: andava col mercante all’osteria e regolava il conto. Quando alcuni padroni pensarono di comprare le falci e poi distribuirle allo stesso prezzo ai loro contadini, tutti rimasero scontenti: la presenza del mercante in paese, la contrattazione, la scelta della lama, erano un momento importante dell’anno, a cui nessuno voleva rinunciare.