Orio Vergani, "Alfabeto del XX secolo", Baldini&Castoldi, Milano 2000, 4 gennaio 2002
Orio Vergani nasce a Milano nel 1898. Debutta al supplemento letterario del Messaggero, poi sarà al Corriere fino alla morte
Orio Vergani nasce a Milano nel 1898. Debutta al supplemento letterario del Messaggero, poi sarà al Corriere fino alla morte. Il collega Beppe Novello ricorda che da giovane, con i suoi malinconici occhi a mandorla, faceva strage di donne. Montanelli ricorda invece che gli procurò un complesso d’inferiorità, quando era ancora giornalista alle prime armi intimidito dalle stanze nobili e austere di via Solferino e lo vide scrivere: veloce, senza esitazioni o cancellature, a penna, restringendo sempre più il margine fino a concludere, nell’ultima riga dell’articolo, con due o tre parole. Oltre alla leggendaria facilità di scrittura, si spostava non meno agilmente tra argomenti più svariati. Ma suoi temi preferiti furono forse il Giro d’Italia e i pittori. Aveva sempre in mano la sigaretta accesa. Una sera a cena al Bagutta, dove discuteva di libri con amici, tra questi Bacchelli, ebbe l’idea di fondare un premio letterario che prese il nome dal ristorante. "Alfabeto del XX Secolo" è soprattutto una collezione di coccodrilli. Così, in gergo giornalistico, si chiamano gli articoli dedicati a chi muore. Anche perché grondano spesso lacrime false. Quelli di Vergani sono invece piuttosto asciutti e rappresentano, specie quando il soggetto è un personaggio oggi dimenticato, un vecchio, fantasmagorico album di ricordi in bianco e nero che spazia da Modigliani a Primo Carnera, dalla Dietrich a Galeazzo Ciano... Ritratti rapidi e d’autore.