Massimo Causo, "L’alterUgo del cinema italiano", Besa, Lecce 2001, 4 gennaio 2002
Tette e torrone. «Lo conobbi nel 1950 in un avanspettacolo a Bologna, Arena del Sole. Fantasista, dopo Renato Maddalena, quello che ballava sopra le botti
Tette e torrone. «Lo conobbi nel 1950 in un avanspettacolo a Bologna, Arena del Sole. Fantasista, dopo Renato Maddalena, quello che ballava sopra le botti. Era un giovanotto che odorava di torrone, semplice, vero: ”Com’è simpatico, sembra uno di noi”, diceva il pubblico, perché non usava i soliti attrezzi: che so, il tubino di Totò, la bombetta disastrata dei de Rege, la paglietta con la ferita di Nino Taranto. Appena entrato buttò via la giacca e in maniche di camicia mi pareva ancora più magro, come una bocca delusa dai troppi digiuni. Si esibì in qualche imitazione, intonò una buffa filastrocca: ballò con Maddalena e finì in platea tra le braccia di una ragazzona bolognese dalle tette vertiginose. Non fu difficile supporre che avrebbe fatto molta strada» (Sandro Bolchi ricorda Ugo Tognazzi).