Alessandro Faruggia, Il Giorno 04/01/2002, 4 gennaio 2002
« vero che sua sorella si trovava nelle Twin Towers quel maledetto mattino dell’11 settembre? Sì, certo
« vero che sua sorella si trovava nelle Twin Towers quel maledetto mattino dell’11 settembre? Sì, certo. Mia sorella Nazifa lavorava al 28esimo piano per la compagnia d’assicurazione Blue. Poco prima che il primo aereo si schiantasse contro una delle torri voleva andare alla caffetteria al 45esimo piano ed era andata agli ascensori con alcuni colleghi. Grazie a Dio però aveva dimenticato il badge di identificazione sulla sua scrivania e ha detto ai compagni di lavoro: ”Andate pure, ci vediamo tra qualche minuto”. stata la sua fortuna. Quando è tornata all’ascensore ha sentito uno schianto terribile e pochi secondi dopo tutti gli ascensori sono precipitati. Insomma, si è salvata per miracolo. Poi è scesa per le scale e ha aiutato a scendere quelli presi dal panico, che non volevano venire giù. Mi ha detto di avere ancora negli occhi i volti di quei pompieri, tutti ragazzi giovanissimi, che mentre lei scendeva salivano per le scale per andare incontro alle fiamme... Cosa ha provato quando è emersa la responsabilità di al Quaida e dei suoi fiancheggiatori afghani? Che era necessario fargliela pagare. E così è stato. Francamente avrei voluto esserci anch’io, ma anche da qui ho contribuito al sogno di un Afghanistan libero. E ora, finiti i sogni? I sogni non finiscono mai. Il mio adesso è quello di portare i miei figli a vedere quella terra meravigliosa che mi ha dato i natali. E dirgli: vedete, tutto questo è libero anche grazie a noi, soldati americani» (Haron Hassani, 39 anni, nato a Kabul, ex studente di medicina, emigrato in America dopo l’invasione sovietica, arruolato nell’esercito statunitense, dove ha combattuto, tra l’altro, nella guerra del Golfo, e in cui ora svolge mansioni logistiche alla base di Aviano).