7 gennaio 2002
Ohirchar Yuri, di anni 28. Immigrato ucraino, spesso disoccupato, l’abitudine di dormire sui treni e pranzare alla mensa della Caritas
Ohirchar Yuri, di anni 28. Immigrato ucraino, spesso disoccupato, l’abitudine di dormire sui treni e pranzare alla mensa della Caritas. Da un mesetto lavorava con due connazionali nella cava di un imprenditore di Guidonia Montecelio, Roma. Il 25 dicembre, in vena di generosità, il capo prese la sua Maserati rossa e portò gli operai dalle parti del Lago Turano, Rieti. Offrì sigarette, pranzo, cena e soggiorno in albergo. Nel pomeriggio del 26 disse che era ora di tornare a casa. Sull’autostrada per Roma, l’Ohirchar, silenzioso, ascoltava la radio e inviava sms all’ex fidanzata. Giunti all’altezza di un viadotto, si accese una sigaretta, spalancò la portiera e si lanciò dall’auto. Volo di cento metri. Intorno alle 19, sul viadotto di Roviano (Roma), noto come ”ponte dei suicidi”.