Saul Bellow, "Ravelstein", Mondadori, 8 gennaio 2002
Ravelstein, ovvero Allan Bloom, docente ebreo di filosofia della politica all’università di Chicago, si arricchì scrivendo ”The closing of american mind”, un libro contro il sistema educativo americano che vendette milioni di copie
Ravelstein, ovvero Allan Bloom, docente ebreo di filosofia della politica all’università di Chicago, si arricchì scrivendo ”The closing of american mind”, un libro contro il sistema educativo americano che vendette milioni di copie. Maître-à-penser più che professore in senso stretto, ammetteva alle sue lezioni soltanto chi conosceva bene il greco antico e dimostrava notevoli capacità intellettuali. Ai suoi allievi faceva da padre spirituale, dando consigli di vita e offrendo un aiuto per trovare, dopo la laurea, un posto di lavoro. Considerava la paura della morte una cosa piccolo-borghese e meschina. Omosessuale, oltre all’amichetto orientale che gli faceva compagnia più o meno fissa, ebbe molte relazioni occasionali. Si prese l’aids. Morì strappando all’amico Bellow l’impegno di scrivere un suo breve profilo, alla maniera delle memorie di Keynes. Saul Bellow, premio Nobel per la letteratura nel 1976, nato nel 1915 in Québec da immigrati russi, cresciuto e vissuto a Chicago, è autore, tra l’altro, dei romanzi Ne muoiono più di crepacuore e Quello col piede in bocca. Intimo del professor Ravelstein, ne ha sposato una giovane allieva da cui ha avuto, qualche mese fa, all’età di ottantacinque anni, una bambina, Rose, dopo aver rischiato la morte per un’intossicazione alimentare causata da un pesce propinatogli ai tropici da un ristoratore francese. L’esperienza tragica lo ha convinto della necessità di tenere fede all’impegno preso con l’amico: scrivere una sua biografia.