su Il Sole 24 Ore del 14/12/01 a pagina IX., 14 dicembre 2001
Il Consorzio Iacsa (International Advanced Center for Space Applications) dell’Università di Firenze ha realizzato gli interni del modulo abitativo della Stazione Spaziale Internazionale, un tubo lungo 8 metri e largo 4 e mezzo, dove finalmente si vive quasi come in una casa sulla Terra
Il Consorzio Iacsa (International Advanced Center for Space Applications) dell’Università di Firenze ha realizzato gli interni del modulo abitativo della Stazione Spaziale Internazionale, un tubo lungo 8 metri e largo 4 e mezzo, dove finalmente si vive quasi come in una casa sulla Terra. L’illuminazione cambia tra notte e giorno, una finestra virtuale dilata lo spazio interno, le paretti emettono luce artificiale, una mensola retrattile fa da tavolo permettendo agli astronauti di mangiare quasi seduti, con le gambe infilate in un marchingegno che li tiene fermi. Di notte il modulo viene occupato da cabine letto gonfiabili ed estensibili: gli astronauti potranno dormire sdraiati, perché l’armadio che contiene le cabine si allarga fino a 2 metri, invadendo tutto lo spazio disponibile (la mattina le cabine pneumatiche si sgonfiano e il modulo torna ad essere area di lavoro). I cibi, tenuti in frigo, scaldati al forno a microonde, vengono mangiati su piatti da incastrare su un vassoio incastrato a sua volta nel tavolo (il centro ricerche della Barilla sta pensando a un sistema per impacchettare la pasta in modo che si possa utilizzare anche nello spazio). Durante il pasto, gli inquilini del modulo, che indosseranno capi tecnologici personalizzabili (già si parla di "Space Fashion"), potranno seguire proiezioni digitali su uno schermo multimediale.