Laura Lilli su la Repubblica del 03/01/02 a pagina 40., 3 gennaio 2002
Quand’era piccolo, Umberto Eco scriveva romanzi: «Prendevo un quaderno e scrivevo il frontespizio
Quand’era piccolo, Umberto Eco scriveva romanzi: «Prendevo un quaderno e scrivevo il frontespizio. Il titolo era di tipo salgariano, come "I corridori del Labrador" o "Lo sciabecco fantasma". Poi scrivevo in basso il nome dell’editore, Tipografia Matenna (audace sintesi di "matita e penna"). Quindi procedevo a collocare ogni dieci pagine un’illustrazione sul tipo di quelle di Della Valle o Amato per le edizioni di Salgari. La scelta delle illustrazioni determinava la storia che avrei dovuto poi costruire. Di questa scrivevo solo alcune pagine del primo capitolo. Ma per fare qualcosa di editorialmente corretto, scrivevo in stampatello, senza potermi consentire correzioni. Ovvio che dopo alcune pagine abbandonassi l’impresa. Così sono stato, a quell’epoca, solo l’autore di alcuni romanzi incompiuti».