Salute di sorrisi e canzoni n. 33 Gennaio 2002 pag. 19, 9 gennaio 2002
«Fino a una decina d’anni fa il russare veniva considerato normale», dice il dottor Manni, «adesso sappiamo che è un problema medico
«Fino a una decina d’anni fa il russare veniva considerato normale», dice il dottor Manni, «adesso sappiamo che è un problema medico. E molte volte è la punta di un iceberg, perché il disturbo più grave è l’apnea notturna, strettamente collegata al russare». In pratica, tra un atto russatorio e l’altro si va in apnea, cioè il respiro si blocca per 15-20 secondi, poi, con un rumore più forte, si riprende la respirazione. «Le apnee disturbano il riposo, perché ogni volta che si riprende a respirare il sonno diventa più leggero. In più, se sono numerose nel corso della notte, provocano una diminuzione del livello di ossigeno nel sangue». E gli effetti proseguono anche al risveglio: «Di giorno si è sonnolenti, si possono rischiare incidenti stradali o di lavoro per un colpo di sonno. Con il tempo, inoltre, il debito di ossigeno che si stabilisce quando si va in apnea predispone all’ipertensione arteriosa, a problemi vascolari, cardiaci e cerebrali. Soprattutto se si è già a rischio per altre cause, come il sovrappeso o il diabete».