Salute di sorrisi e canzoni n. 33 Gennaio 2002 pag. 32, 10 gennaio 2002
Pranzare fuori casa. Un’abitudine quotidiana che coinvolge oltre 7 milioni di italiani. Mentre diminuisce sempre di più il numero di coloro che hanno la fortuna di tornare in famiglia nella pausa pranzo
Pranzare fuori casa. Un’abitudine quotidiana che coinvolge oltre 7 milioni di italiani. Mentre diminuisce sempre di più il numero di coloro che hanno la fortuna di tornare in famiglia nella pausa pranzo. La maggior parte dei forzati del «pasto veloce» si affolla nelle mense aziendali, mangia un panino nel bar all’angolo, sgranocchia uno snack davanti al computer o addirittura salta completamente il pasto. Il risultato? Torna a casa alla sera stremata e si getta su tutto quello che trova, sovraccaricando lo stomaco con conseguente lentezza e difficoltà digestive che si trasformano ben presto in aumento di peso. «è necessaria una migliore educazione alimentare», dice Lucio Lucchin, direttore medico del Servizio di dietetica e nutrizione clinica dell’azienda sanitaria di Bolzano. «Mangiare un pasto completo per poi accasciarsi sulla scrivania, ingurgitare un panino in pochi minuti o saltare del tutto il pranzo fanno parte delle cattive abitudini degli italiani che bisogna provare a cambiare. Il ”mordi e lavora” ha degli effetti deleteri per il sistema digestivo: non si mastica bene il cibo, si inghiotte velocemente e così si introducono nello stomaco bocconi enormi che richiedono più tempo per essere digeriti. Le conseguenze? Affluisce meno sangue al cervello, si ha una lieve ipossigenazione e una ridotta capacità di concentrazione e precisione».