Giacomo Casanova, "Memorie scritte da lui medesimo", Garzanti, 10 gennaio 2002
Ismail. «Una mattina ordinai al mio giannizzero di accompagnarmi da Ismail Effendi, perché volevo pranzare con lui come gli avevo promesso
Ismail. «Una mattina ordinai al mio giannizzero di accompagnarmi da Ismail Effendi, perché volevo pranzare con lui come gli avevo promesso. Mi fece un’ottima accoglienza, e poi m’invitò a fare una passeggiata in un giardinetto, dal quale passammo in un padiglione di riposo, dove gli vennero certi desideri che non trovai di mio gusto e che dovetti fargli passare alzandomi bruscamente [...]. Quando vidi il conte di Boneval, gli raccontai questo fatterello, ed egli mi spiegò che, secondo le usanze turche, Isamil aveva voluto darmi una grande prova d’amicizia» (Casanova, "Memorie scritte da lui medesimo").