Cesare Cases, "Confessioni di un ottuagenario", Donzelli, 10 gennaio 2002
Nietzsche. «C’è una storia bellissima raccontata da Adorno: lui e Marcuse capitano a Sils Maria e indagano se ci sia ancora qualcuno che si ricorda del pensatore sassone [Nietzsche]
Nietzsche. «C’è una storia bellissima raccontata da Adorno: lui e Marcuse capitano a Sils Maria e indagano se ci sia ancora qualcuno che si ricorda del pensatore sassone [Nietzsche]. C’è, è il decano del villaggio, un droghiere di nome Luisìn. Costui era bambino quando a Sils Maria si aggirava quello strano personaggio inseparabile da un enorme ombrellone verde (i due filosofi moderni sospettano che se ne servisse come scudo contro l’emicrania che lo affliggeva) e da un plaid che teneva ripiegato su un braccio. Entrando in un negozio, appoggiava al muro l’ombrellone chiuso, del che approfittavano il Luisìn e gli altri bambini per ficcarci dentro dei sassi che piovevano addosso al filosofo non appena usciva dal negozio e apriva il suo ombrellone. Nietzsche, brandendolo, inseguiva invano i piccoli malfattori, che se l’erano già data a gambe».