Cesare Cases, "Confessioni di un ottuagenario", Donzelli, 10 gennaio 2002
Sotto forma di auto-intervista, l’autore ripercorre con sarcasmo il suo itinerario intellettuale: dall’incontro con Lukàcs, il suo maestro, a quello con Thomas Mann, Musil e Benjamin
Sotto forma di auto-intervista, l’autore ripercorre con sarcasmo il suo itinerario intellettuale: dall’incontro con Lukàcs, il suo maestro, a quello con Thomas Mann, Musil e Benjamin. Sullo sfondo, l’intensa attività culturale svolta da Cases all’interno della casa editrice di Giulio Einaudi. Nato a Milano il 24 marzo 1920, caposcuola degli studi di germanistica in Italia, critico militante, professore nelle università di Cagliari, Pavia, Torino, Cases ha pubblicato La fredda impronta della forma: arte, fisica e metafisica nell’opera di Ernst Junger (La Nuova Italia 1997), Su Lukacs, vicende di una interpretazione (Einaudi 1985), Testimone secondario (Einaudi 1985) e Patrie lettere (Einaudi 1987).