Alessandra Farkas sul Corriere della Sera del 10/01/02 a pagina 13., 10 gennaio 2002
Secondo i familiari delle vittime delle Torri Gemelle, il "Victim Compensation Fund", fondo di 6 miliardi di dollari stanziato dal Congresso Usa per risarcire i parenti delle vittime, calcolerebbe i rimborsi in base all’età, al sesso e al ceto sociale del defunto: un operatore finanziario di 35 anni, moglie, due figli, un guadagno di 225 mila dollari annui, per gli Usa vale 3,8 milioni di dollari; un lavapiatti della stessa età, moglie e figli, uno stipendio di 25 mila dollari, ne vale 984 mila
Secondo i familiari delle vittime delle Torri Gemelle, il "Victim Compensation Fund", fondo di 6 miliardi di dollari stanziato dal Congresso Usa per risarcire i parenti delle vittime, calcolerebbe i rimborsi in base all’età, al sesso e al ceto sociale del defunto: un operatore finanziario di 35 anni, moglie, due figli, un guadagno di 225 mila dollari annui, per gli Usa vale 3,8 milioni di dollari; un lavapiatti della stessa età, moglie e figli, uno stipendio di 25 mila dollari, ne vale 984 mila. Patrik Cartier, elettricista del Queens, un figlio perso l’11 settembre, elettricista anche lui: «E’ completamente anti-americano dare più soldi ai ricchi che agli altri. Morte e dolore non conoscono razza, religione e ceto sociale». Carolyn Maloney, deputata democratica di Manhattan, femminista: «Quando il morto è donna la ricompensa è minore, in base alle statistiche secondo cui le impiegate lavorano, mediamente, parecchi anni in meno dei colleghi maschi». Per «correggere le ingiustizie», alcune vedove degli agenti di Borsa chiedono la revisione del fondo prima della sua entrata in vigore (21 gennaio 2002) e un tetto massimo di 10 milioni di dollari annui di risarcimento (invece dei due previsti dal governo). Ai sopravvissuti degli attentati, verranno comunque assegnati 250 mila dollari (280 mila euro) per danni «non economici» (sofferenza e depressione), più altri 50 mila per ciascun consorte e figlio a carico.