Roberto Renga su Il Messaggero del 09/01/02 a pagina 25., 9 gennaio 2002
All’ingresso dello stadio Maracana di Rio de Janeiro le impronte, impresse nel cemento, dei piedi nudi dei giocatori che hanno fatto la gloria del calcio brasiliano: in alto Falcao, a destra Garrincha («alla memoria»), al centro Pelè e poi Zico, Didi, Romario, Renato e tanti altri
All’ingresso dello stadio Maracana di Rio de Janeiro le impronte, impresse nel cemento, dei piedi nudi dei giocatori che hanno fatto la gloria del calcio brasiliano: in alto Falcao, a destra Garrincha («alla memoria»), al centro Pelè e poi Zico, Didi, Romario, Renato e tanti altri. Una lapide ricorda un Brasile-Paraguay a cui assistettero più di 170 mila spettatori, ma non vi è traccia della partita del secolo, quella del Cinquanta quando Ghiggia e Schiaffino sconfissero il Brasile, l’Uruguay divenne Campione del Mondo e il Maracana si trasformò «nel luogo dell’immenso dolore». Nell’atrio, al centro della parete, una bacheca con maglietta e scarpini di Garrincha, piccoli e malandati; in campo, dietro le porte, due cabine telefoniche.