Luca Valdisserri, Corriere della Sera 30/11/2001, 30 novembre 2001
Asia. Cristina D’Alessio, 35 anni, romana e romanista, studi perfezionati in Inghilterra, è general manager dell’Asian Football Confederation, sezione Marketing
Asia. Cristina D’Alessio, 35 anni, romana e romanista, studi perfezionati in Inghilterra, è general manager dell’Asian Football Confederation, sezione Marketing. I suoi uffici sono a Beirut, in Libano, dove ha organizzato la Coppa d’Asia 2000. Si occupa di sponsorizzazioni, diritti televisivi ecc.: «Ha nascosto sotto un chador le mèches bione per entrare allo stdio Azadi di Teheran; ha assistito da bordo campo, a Baghdad, ad una partita tra Irak e Iran caricata di significati dalla guerra che dal 1980 al 1990, tra l’indifferenza generale, ha devastato le due nazioni; ha dato ordini agli uomini in posti dove le donne non possono nemmeno avvicinarsi». Dice che Giappone e Corea sono i due paesi più organizzati con i quali ha lavorato, e che dunque per i mondiali c’è da stare tranquilli. Emozioni particolari? «Quando a Damasco sono salita sul volo privato per Baghdad. Per le sanzioni non c’è altro modo di raggiungere quella città. E’ stata una sensazione fortissima». In Iran è stata l’unica donna in uno stadio riempito da 110mila uomini: «Nessuno mi ha mai importunato. Mi chiamavano Khanum, signora. L’Iran sta facendo qualche passo avanti: Dovevo andarci nel 1997, me lo impedirono. Ora sono quasi di casa. La Federcalcio ha assunto una ragazza, nella sezione mass media. Non può entrare allo stadio, ma lavora». Problemi anche in Arabia Saudita: «Non posso entrare allo stadio, ma è tutta la situazione ad essere difficile. Anche a cena sarei dovuta andare accompagnata da mio marito. Che peraltro non ho».