Giuseppe Pontiggia, Il Sole-24 Ore 06/01/2002, 6 gennaio 2002
«Nell’Album di maggio dedicato in parte a Salgari [...] avevo difeso tra l’altro la pronuncia nazionale Sàlgari contro quella locale di Salgàri
«Nell’Album di maggio dedicato in parte a Salgari [...] avevo difeso tra l’altro la pronuncia nazionale Sàlgari contro quella locale di Salgàri. L’etimologia, a partire dal latino salix, salice, sta dalla parte del territorio veronese, ma la tradizione sta con il resto d’Italia [...]. Caffarelli (direttore della ”Rivista italiana di onomastica”, ndr) afferma la legittimità delle due pronunce, quella locale e quella nazionale. E offre una varietà larghissima di esempi in cui il richiamo etimologico si è sfocato e la pronuncia originaria ha ceduto ad altre influenze. A cominciare da due presidenti della nostra Repubblica: da Còssiga (Corsica), che è diventato Cossìga, a Sàragat, che dovrebbe pronunciarsi Saragàt (in Italia lo si diceva ma in senso comico). Salvatore Quasimodo dovrebbe diventare Quasimòdo» (Giuseppe Pontiggia)