Michael Cook, "Il Corano", Einaudi, 15 gennaio 2002
Compattezza. «I Veda erano quattro, ciascuno trasmesso da diverse linee braminiche [...]. Quando il canone biblico fu definitivamente stabilito, l’Antico Testamento aveva trentanove libri e il Nuovo ventisette; c’era anche una gran quantità di materiale apocrifo, presente in alcune Bibbie ma non in altre
Compattezza. «I Veda erano quattro, ciascuno trasmesso da diverse linee braminiche [...]. Quando il canone biblico fu definitivamente stabilito, l’Antico Testamento aveva trentanove libri e il Nuovo ventisette; c’era anche una gran quantità di materiale apocrifo, presente in alcune Bibbie ma non in altre. Il canone buddista Tripitaka occupava 130 mila tavole quando i cinesi ne stamparono la traduzione, sul finire del X secolo; oggi il canone Pali riempie diversi scaffali di biblioteca. Nella Cina confuciana le opinioni sullo stesso numero e identità dei classici erano divergenti. Il Corano è invece un volume singolo di contenuto ben definito [...]. Allo stesso tempo, la compatezza e la netta definizione del canone è straordinariamente funzionale quando si tratta di diffonderlo tra un gran numero di fedeli. Queste caratteristiche del Corano stanno dando il loro contributo alla ripresa, oggi così vistosa, dell’Islam come sistema di fede».