Salute di Sorrisi e canzoni, n. 33 gennaio 2002 pag. 64, 15 gennaio 2002
Assediate da eserciti di belle, sexy e levigate che presidiano Tv, cinema, giornali e pubblicità, noi donne intelligenti del terzo millennio andiamo avanti per la nostra strada, solidamente ancorate ai valori che contano
Assediate da eserciti di belle, sexy e levigate che presidiano Tv, cinema, giornali e pubblicità, noi donne intelligenti del terzo millennio andiamo avanti per la nostra strada, solidamente ancorate ai valori che contano. Ma chi non si è trovata almeno una volta a immaginarsi con le labbra un po’ più morbide, le guance un po’ più piene, senza quelle brutte occhiaie che appesantiscono lo sguardo? Be’, dare qualche ritocco al proprio viso, migliorarlo, perfezionarlo, ringiovanirlo senza diventare un’improbabile bambola senza tempo, oggi è possibile anche senza bisturi, punti, degenze. Soprattutto in assoluta sicurezza, in fondo quel che più conta. La «magia» si chiama lipostruttura: è una tecnica - in uso già da qualche anno, ma perfezionata negli Usa dal professor Sydney R. Coleman dell’Università di New York - che permette di riempire, definire, modellare ogni parte del viso. In una parola, armonizzare quello che in qualche modo «stona» con l’insieme dei lineamenti. Senza bisturi, dicevamo. Ma anche senza innesti di materiali estranei al nostro corpo (tipo il «vecchio» silicone, che tanti danni ha fatto negli anni passati, o i più innovativi collagene, goretex, acido ialuronico e così via). «La tecnica della lipostruttura», ci spiega il dottor Carlo Tremolada, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva e chirurgia estetica a Milano, «consiste nell’iniettare nei punti interessati del grasso prelevato direttamente dal corpo della paziente e ”riposizionarlo” in sottilissimi strati fino a ottenere il risultato ideale. La novità sta proprio nel modo in cui questo grasso viene inserito, cioè attraverso piccoli aghi smussati, una sorta di microcannule che consentono una precisione infinitamente superiore a quella del passato. Il risultato è assolutamente naturale, e non si corre il rischio di alterare la mimica facciale». La lipostruttura viene utilizzata soprattutto nelle cheiloplastiche, quelle che modificano le parti molli del labbro, ma si usa spesso anche in abbinamento con gli interventi di rinoplastica: «Una volta rifatto il naso», dice Tremolada, che da oltre tre anni ha importato in Italia la tecnica di Coleman utilizzandola con successo su centinaia di pazienti, «si possono modificare leggermente bocca, mento o guance per ottimizzare il nuovo profilo e dare maggior equilibrio e freschezza a tutto il viso».