Salute di Sorrisi e canzoni, n. 33, gennaio 2002 pag. 66, 15 gennaio 2002
Oggi basta sfogliare una rivista per carpire qualche trucchetto in più sulla cura della pelle. Ma duemila anni fa l’unica soluzione possibile era affidarsi al buon senso e alla clemenza di madre natura
Oggi basta sfogliare una rivista per carpire qualche trucchetto in più sulla cura della pelle. Ma duemila anni fa l’unica soluzione possibile era affidarsi al buon senso e alla clemenza di madre natura. Più fortunate le antiche romane che potevano contare su libri come la «Storia naturale» di Plinio il Vecchio, un trattato di scienza infarcito di consigli cosmetici. Contro freddo e vento, per esempio, lo storico latino raccomandava impacchi di miele e grasso di cigno (o di gallina); per curare le dermatiti, una crema a base di genitali di vitello, miele e aceto. Il poeta Ovidio, grande intenditore di bellezza femminile, aveva una ricetta infallibile per ammorbidire la pelle: una crema preparata con orzo, uova, corna tritate di cervo, bulbi di narciso e resina.