Sebastiano Grasso sul Corriere della Sera del 14/03/93., 16 gennaio 2002
«Quando ci era concesso di essere ammessi quasi tutti i giorni nell’intimità dell’illustre scrittore, noi abbiamo seguito con occhi stupiti le trasformazioni di una macchia d’inchiostro o di caffè su una busta da lettera, sul primo pezzo di carta che capitava, in paesaggio, in castello, in marina, di un’originalità bizzarra, in cui dal contrasto di luci e di ombre nasceva un effetto inatteso, sorprendente, misterioso» (Tèophile Gautier, nel 1883 nell’introduzione ai Disegni di Hugo)
«Quando ci era concesso di essere ammessi quasi tutti i giorni nell’intimità dell’illustre scrittore, noi abbiamo seguito con occhi stupiti le trasformazioni di una macchia d’inchiostro o di caffè su una busta da lettera, sul primo pezzo di carta che capitava, in paesaggio, in castello, in marina, di un’originalità bizzarra, in cui dal contrasto di luci e di ombre nasceva un effetto inatteso, sorprendente, misterioso» (Tèophile Gautier, nel 1883 nell’introduzione ai Disegni di Hugo).