Giuseppe Scaraffia sul Corriere della Sera del 21/05/97., 16 gennaio 2002
In esilio nell’isola anglo-normanna di Guernesey, in una villa di nome Hauteville House, Hugo concquistò Célina, una cameriera di quindici anni: la notte le accarezzava i seni e ci faceva l’amore, subito dopo le dava delle monete e annotava scrupolosamente la cifra nei suoi diari
In esilio nell’isola anglo-normanna di Guernesey, in una villa di nome Hauteville House, Hugo concquistò Célina, una cameriera di quindici anni: la notte le accarezzava i seni e ci faceva l’amore, subito dopo le dava delle monete e annotava scrupolosamente la cifra nei suoi diari. Poco lontano abitava la sua amante Juliette Drouet, sempre in attesa di una sua visita. Tutta la vita di Hauteville House ruotava intorno al Grande Vecchio, che non tollerava che qualcuno andasse a letto prima o dopo di lui. La notte però, in pigiama rosso, visitava d’abitudine le donne della servitù, riportando fedelmente sui diari, in spagnolo o in latino, i pizzicotti e i primi baci. «Come rifiutargli qualcosa? Pensate dunque, è Victor Hugo!» si scusavano le donne, che però lottavano fino all’ultimo per impedirgli di accendere la candela e farsi guardare in viso. Non contento della servitù, Hugo tentava di forzare la porta delle camere delle nuore. Nello studio una porta segreta si apriva sulla scala di servizio, consentendogli di uscire di nascosto. Si scatenava allora sulle prostitute del porto o, più spesso, sulle cameriere di Juliette. La prediletta, Eva, commentava: «Non avrei mai creduto di ricevere un simile onore!». Eva era arrivata al punto di dominare la casa, mandando a dormire la povera Juliette alla minima osservazione. Soddisfatto, Hugo si vantava con gli amici: «Ha un sedere stupendo. Non ne ho mai visto uno simile...».