Victor Hugo, Lettere alla fidanzata, Formiggini editore., 16 gennaio 2002
«Il matrimonio? Fin dal mattino si è assediati, festeggiati, importunati. Si appartiene a tutti gli indifferenti, a tutti tranne alla persona che si ama e da cui si è amati
«Il matrimonio? Fin dal mattino si è assediati, festeggiati, importunati. Si appartiene a tutti gli indifferenti, a tutti tranne alla persona che si ama e da cui si è amati. Si è obbligati a parlar forte, a ridere rumorosamente come se, quando si è felici, si potesse aver voglia di scherzare. L’uomo veramente e profondamente felice è grave e sereno, non gaio. Che gli importa di quello che lo circonda? Le grandi emozioni sono mute, la perfetta felicità non conosce il riso come l’infelicità assoluta non ha lagrime. Che cosa importano le feste, i banchetti, i balli a due cuori che si amano, nel giorno in cui consacrano la loro unione! Aggiungono forse qualcosa alla felicità del matrimonio?» (Victor Hugo a Adele Foucher in una lettera del 30 marzo 1822).