Maurizio Stefanini, La Macchina del Tempo, n. 11 - novembre 2001 pag. 17-28, 16 gennaio 2002
Il progettista italiano Vittorio Camerini, proprio perché convinto della necessità di sviluppare le future città «in verticale e non più in orizzontale» ha ideato quello che dovrebbe diventare il grattacielo più alto d’Italia: la Torre Monrif, 310 metri e 70 piani, che dovrebbe sorgere a Milano presso la Stazione Garibaldi
Il progettista italiano Vittorio Camerini, proprio perché convinto della necessità di sviluppare le future città «in verticale e non più in orizzontale» ha ideato quello che dovrebbe diventare il grattacielo più alto d’Italia: la Torre Monrif, 310 metri e 70 piani, che dovrebbe sorgere a Milano presso la Stazione Garibaldi. La sua tesi è che nuove sagome, allo studio nelle gallerie del vento, sarebbero necessarie per affrontare il problema delle oscillazioni di 3-4 metri che si iniziano a verificare a partire da una certa altezza. Un grattacielo dalle forme uniformi produce infatti più facilmente vortici d’aria, che aumentano le oscillazioni e producono una sorta di risonanza in grado di minare la struttura dell’edificio, quando il vento aumenta di potenza. In futuro, quindi, non dovremmo veder più quel panorama di torri regolari che dall’esperienza della New York di inizio secolo era stato ripreso da Fritz Lang nel suo celebre film Metropolis, come emblema dei giorni a venire. probabile, al contrario, che il nostro orizzonte urbano sia presto costituito da un assortimento di forme bizzarre.