Maurizio Stefanini, La Macchina del Tempo, n. 11 - novembre 2001 pag. 17-28, 16 gennaio 2002
Tutto questo prima delle Twin Towers e dei dubbi e paure che ne conseguono su tutto il pianeta. Dubbi e paure che si fondano su un sentimento ancestrale per spiegare il quale si potrebbe ricordare addirittura il racconto della Genesi e il mito terribile della Torre di Babele e del caos universale inflitto all’umanità troppo superba
Tutto questo prima delle Twin Towers e dei dubbi e paure che ne conseguono su tutto il pianeta. Dubbi e paure che si fondano su un sentimento ancestrale per spiegare il quale si potrebbe ricordare addirittura il racconto della Genesi e il mito terribile della Torre di Babele e del caos universale inflitto all’umanità troppo superba. Dice, citando le leggi di Peter, il ”caosologo” Jeff Goldblum in Jurassic Park: «Se c’è qualcosa che può andar male, andrà male». Proprio perché i grandi sistemi più sono grandi e più diventano di una complessità che rende difficile prevedere tutte le evenienze. E cosa ci può essere di più complesso di una doppia torre che pretende di contenere dentro di sé l’intera popolazione di una città? Complesso e vulnerabile... Eppure c’è chi continua a scommettere sul futuro dei grattacieli. Ad esempio Massimiliano Fuksas, uno dei più noti architetti italiani. «In futuro bisognerà certo valutare nei progetti dei grattacieli anche la variabile dei possibili attacchi terroristi. Ma è davvero impossibile rinunciare a costruire edifici così elevati. Con l’impressionante sviluppo delle megalopoli, da Mexico City a Shangai, non c’è altro modo per preservare il territorio, che è patrimonio altrettanto vitale. E poi è nel dna dell’uomo misurarsi con il cielo. Le cattedrali medievali nascono in fondo dallo stesso azzardo. Molte sono crollate, buttate giù da guerre e terremoti, o divorate dal fuoco. Ma le abbiamo sempre ricostruite».