Maurizio Stefanini, La Macchina del Tempo, n. 11 - novembre 2001 pag. 17-28, 16 gennaio 2002
La Torre Bionica, ovvero un grattacielo alto un chilometro e 128 metri, progettato da tre architetti spagnoli e in attesa di finanziamenti e localizzazione: costerebbe tra i 10 e i 15 miliardi di dollari e ci vorrebbero tra i 15 e i 20 anni di lavoro per costruirlo
La Torre Bionica, ovvero un grattacielo alto un chilometro e 128 metri, progettato da tre architetti spagnoli e in attesa di finanziamenti e localizzazione: costerebbe tra i 10 e i 15 miliardi di dollari e ci vorrebbero tra i 15 e i 20 anni di lavoro per costruirlo. Come si fa a raggiungere una simile altezza? «Imitando la natura» dice Javier Pioz, uno dei tre architetti: «I vegetali - gli alberi - raggiungono le loro dimensioni maggiori grazie a un tipo di struttura spugnoso, che si sostiene non grazie a poderosi pieni, ma grazie agli agili vuoti. Quanto naggiore è l’altezza di un organismo, tanto maggiore è la sua proporzione di vuoti interni: il 29% in un virgulto di 4 millimetri di diametro, ma il 46% quando la stessa pianticella arriva agli 8 millimetri». La Torre Bionica (’bionica” perché ispirata alla natura) avrà dunque una base di un chilometro, riempita da una città con aree di approvvigionamento di tutti i tipi. E una struttura a spugna, cioè ricca di vuoti, e con una corteccia a elica (ancora vuoti) come quella di un albero. Un edificio tutto fatto perciò di membrane, cristalli e supporti in alluminio e acciaio, capaci cioè di far circolare l’aria. Dentro vi sarebbero 12 quartieri verticali, ognuno alto 80 metri e inframezzati di vuoti in modo tale che solo il 13% dello spazio risulta alla fine occupato da strutture. Vuoti anche tra un quartiere e l’altro, in modo da tenere isolati i piani in caso di incendio. Ogni quartiere (nel disegno a lato, l’illustratore Giorgio Pomella ha appunto isolato uno di questi quartieri) conterrebbe due gruppi di edifici, uno interno e uno esterno, con un piccolo lago al centro, terrazze e giardini tutt’intorno. In ogni quartiere 92 pilastri sosterrebbero la struttura e consentirebbero il trasporto di energia, comunicazioni, acqua, aria e abitanti. Infatti, gli abitanti (centomila almeno, più o meno l’intera Val d’Aosta) si muoverebbero all’interno dei 300 piani della Torre grazie a 368 ascensori sia orizzontali che verticali capaci di correre in certi punti anche a 54 chilometri l’ora. Dopo aver suscitato un certo interesse in Giappone, hanno fatto un pensierino alla torre i cinesi di Hong Kong: l’idea era quella di costruire un’isola artificiale di un chilometro di diametro, collegata con ponti e tunnel sottomarini. Per far fronte all’investimento si sarebbero affittati i moduli di 80 metri man mano che il grattacielo cresceva. Un quarto dei locali sarebbe stato adibito a uffici e abitazioni8, un altro quarto per infrastrutture di servizio, la restante metà - specialmente ai piani alti - hotel. Ci stanno pensando anche a Shangai: entro il 2050 questa città dovrebbe arrivare a 30 milioni di abitanti. Un progetto meno ambizioso ma ugualmente mozzafiato è intanto allo studio a Tokyo: un cono alto 850 metri, costruito su un’isola artificiale, fatto da quartieri di 30 piani con un metrò verticale capace di portare 160 passeggeri per volta per collegare i quartieri e ascensori più piccoli per andare da un piano all’altro.