Cesare Martinetti, La Stampa 16/1/2002 a pagina 25., 16 gennaio 2002
Nel 1950 Juliette Gréco cominciò a frequentare Merleau Ponty, filosofo, amico di Sartre. Lui la portava a ballare e lei pensava: «Ci sono molte cose peggiori di imparare a ballare con Merleau Ponty»
Nel 1950 Juliette Gréco cominciò a frequentare Merleau Ponty, filosofo, amico di Sartre. Lui la portava a ballare e lei pensava: «Ci sono molte cose peggiori di imparare a ballare con Merleau Ponty». Un giorno incontarono Sartre e Simone de Beauvoir al caffè parigino ”Bal Nègre”, rue Blomet, dove si ascoltava ottima musica delle Antille. Juliette parlò pochissimo. Ciononostante Sartre promise di scriverle due canzoni. Nel luglio di quell’anno si rividero per caso in un albergo di Juan les Pins, Costa Azzurra. Lei si lamentò di non avere ancora ricevuto i testi, lui allora le scrisse su un foglietto: «Io Jean Paul Sartre, chansonnier e autore lirico, mi impegno a far arrivare a Juliette Gréco, artista lirica, giovane elegante e pretenziosa, cantante di charme, una canzone interamente scritta da me, prima del 10 agosto». Qualche giorno più tardi, Juliette ricevette i manoscritti di Ne faites pas suer le marin (’Non fate sudare il marinaio”) e La perle de Passy. Non potè mai cantarli: li affidò a un amico e andarono persi in circostanze tutt’ora fumose. Tuttavia raccontò a tutti che Sartre aveva scritto delle canzoni per lei. Nacque così la leggenda di una storia d’amore tra i due, cosa che imbarazzò piacevolmente Juliette e innervosì Simone de Beauvoir. Costei riferiva che Sartre, anche lui molto arrabbiato, si lamentava: «Non è giusto: se si vuol vantare di essere venuta a letto con me, doveva venirci davvero».