Darwin Pastorin, "Ti ricordi Baggio quel rigore", Donzelli., 17 gennaio 2002
"’Ma lo hai visto lo stopper del Bochum? Non pensi che potrebbe servire alla Juventus?’ La domanda mi arriva prima della riunione di redazione
"’Ma lo hai visto lo stopper del Bochum? Non pensi che potrebbe servire alla Juventus?’ La domanda mi arriva prima della riunione di redazione. E non so cosa rispondere. Non conosco lo stopper del Bochum. Prendo tempo. ’E allora? Potrebbe andare bene lo stopper del Bochum? Non dirmi che non lo conosci. Fai il giornalista sportivo e non sai chi è lo stopper del Bochum’. Ora, vi chiederete chi è il mio interlocutore. Un lettore, un collega, un amico che segue con particolare attenzione il calcio tedesco? No, è mia madre. La mia cara, adorata mamma. Diventata un’appassionata di pallone. Anzi, una fanatica. Lei, che da ragazza nemmeno sapeva cosa fosse una sfera di cuoio, un fuorigioco, un centravanti. Colpa nostra. Di noi figli, voglio dire (...) Mia madre, ignara di calcio, subì la metamorfosi quando le chiesi, a dieci anni: ’Portami allo stadio’. Mugugnò, protestò, accampò scuse di vario genere (’La spesa al supermercato, ’La visita di tal zia’, ’Mia mamma, morta tanto tempo fa!’) infine, cedette. Andammo allo stadio, in curva Filadelfia, io con la bandiera della Juve, lei con la ’Settimana Enigmistica’. Alla fine, pronunciò la frase che cambiò il destino della nostra famiglia: ’Il calcio mi piace’. Bene, mia madre tifa per Juventus, Verona e Chievo (veronese), Palmeiras, la nazionale italiana. Segue: tutte le partite del nostro campionato, comprese quelle di C2, la Bundesliga, i campionati inglese, spagnolo, olandese, portoghese (...) Legge le mie pagelle: ’Sei riuscito a dare sette a Di Livio. Ti rendi conto, sette? Ma che partita hai visto?’".