Marcello Veneziani, il Giornale 16/02/2002, 16 febbraio 2002
«Dell’universo tolkeniano non amavo la rappresentazione troppo infantilmente manichea della lotta tra il Bene e il Male
«Dell’universo tolkeniano non amavo la rappresentazione troppo infantilmente manichea della lotta tra il Bene e il Male. Mi guardavo intorno e vedevo emergere soprattutto il Grigio, la confusione di bene e male o la loro anemia, l’indifferenza a entrambi, il meschino vivere al di qua del bene e del male [...]. Ma ora perché nessuno ricorda più i libri di culto della sinistra giovanile negli anni Settanta ed esplode invece il libro che piaceva ai ragazzi di destra? Come mai la colta sinistra ha ceduto il libro all’incolta destra dei boschi? Perché le letture sulla fine del capitalismo e sulle lotte operaie mutano col mutare dei tempi; e invece il bisogno di coltivare mondi ulteriori, di viaggiare in dimensioni fantastiche, di passare dall’inferno al paradiso, ce lo portiamo dentro di noi, sempre. Il mito abita dentro la nostra anima, niente può sfrattarlo» (Marcello Veneziani)