Giovanni Berlinguer, "Le mie pulci", Editori Riuniti, 1988, 21 gennaio 2002
Scrissi subito al British Museum, preannunciando il mio desiderio di occuparmi dell’argomento. Dopo un brevissimo tempo, in data 31 maggio 1961, ebbi una risposta firmata F
Scrissi subito al British Museum, preannunciando il mio desiderio di occuparmi dell’argomento. Dopo un brevissimo tempo, in data 31 maggio 1961, ebbi una risposta firmata F.G.A.M. Smit, che cominciava con queste frasi entusiaste: «Caro professor Berlinguer, la vostra lettera contiene le più belle notizie che ho ricevuto da lungo tempo, perché l’Italia è virtualmente terra incognita per quanto riguarda le pulci. Sono anche convinto che se nella fauna italiana le pulci fossero più conosciute, questo sarebbe un notevole contributo generale allo studio della fauna mondiale». Confesso che provai un po’ di vergogna, come italiano, all’annuncio inatteso che la mia patria fosse così arretrata scientificamente; e che qualcuno potesse scrivere sulla nostra carta faunistica (come gli antichi disegnavano imprecise mappe dell’Africa, scrivendovi hic sunt leones) che l’Italia fosse terra incognita, sia pure per le sole pulci. Ma fui lusingato, al tempo stesso, per le speranze e le attese del mondo scientifico internazionale verso il mio futuro lavoro. Insieme a questa lettera, F.G.A.M. Smit (non mi disse mai a quali nomi corrispondessero le quattro iniziali; ma mi spiegò che l’assenza dell’h finale, nel più banale dei cognomi inglesi, veniva dal fatto che egli era di origine olandese) mi inviò un elenco dei pochissimi studi sulle pulci già pubblicati nella terra incognita, e mi diede precise istruzioni per la raccolta, il montaggio su vetrini e la classificazione di questi insetti (...).