Giovanni Berlinguer, "Le mie pulci", Editori Riuniti, 1988, 21 gennaio 2002
Purtroppo, la specificità si allarga quando non c’è il menu più prelibato, e bisogna accontentarsi di quel che passa il convento
Purtroppo, la specificità si allarga quando non c’è il menu più prelibato, e bisogna accontentarsi di quel che passa il convento. Perciò le pulci dei ratti, dopo averli appestati e aver causato una moría di questi roditori, saltano spesso, anche se malvolentieri, sugli uomini, e ci portano la malattia. Anche Ctenocephalides canis e suo fratello (o sorella) Ctenocephalides felis sono a volte riluttanti (ma dipende dalla bontà del sangue, a gusto loro) a piombare dai cani e dai gatti su di noi; e viceversa, la nostra Pulex irritans si trova a pieno agio proprio sugli umani, e ama poco cani e gatti. Nelle mie ricerche, fui anche ostacolato da un mio handicap, che in tempo di peste mi avrebbe forse salvato la vita, e che, quando ho frequentato case e animali pulciosi, avevo sempre considerato un innato beneficio: ho sangue poco gradito agli insetti. L’avevo constatato già da ragazzo, e poi ne ho avuto conferma da sposato, commiserando al risveglio del mattino (con qualche sprazzo di sadica soddisfazione) i miei co-dormienti cosparsi di punture, mentre io ero integro. Non ci avevo mai riflettuto più di tanto: ma è proprio questo che fa la differenza tra uno scienziato di poco conto e un predestinato al premio Nobel, il quale osserva, sperimenta e scopre novità in ogni occasione. L’entomologo Karl von Frisch, per esempio, trovandosi con un collega nella stanza di un albergo di Napoli, la trovò infestata dalle pulci. Chiunque avrebbe protestato, o sparso qualche disinfestante, o cambiato albergo. Invece von Frisch convinse il collega a passeggiare con lui nella stanza per un’ora precisa, scalzi e in camicia da notte, per attirare le pulci, catturarle e contarle. Vide che lui ne aveva solo cinque, il collega una cinquantina; ma che, per contro, le punture sulla sua pelle formavano papule rosse e larghe, mentre quelle del collega quasi non si vedevano. Purtroppo, negli anni successivi von Frisch frequentò evidentemente alberghi più puliti, e questo gli impedí di sperimentare piú a lungo e di spiegare questi comportamenti misteriosi e perfino contraddittori. Forse per questo si concentrò poi sulle api, insetti addomesticati; e scoprendo il loro linguaggio vinse il premio Nobel.