Giovanni Berlinguer, "Le mie pulci", Editori Riuniti, 1988, 21 gennaio 2002
Comunque, malgrado l’handicap fisiologico e le lacune intellettuali, riuscii a catturare numerose pulci
Comunque, malgrado l’handicap fisiologico e le lacune intellettuali, riuscii a catturare numerose pulci. Altre le trovai peregrinando per i musei (di scienze e di storia naturale, ovviamente), in alcuni dei quali scoprii piccoli campionari collezionati quasi un secolo prima da miei predecessori. Esaminai con qualche emozione, per esempio, le pulci originali raccolte da Tiraboschi sui ratti catturati nel porto di Genova. Pur essendo certo che nella loro proboscide pungente i microbi Yersinia pestis erano da tempo defunti, faceva impressione pensare che qualcuno degli insetti che vedevo al microscopio aveva forse punto e ucciso un ignoto genovese. In verità le pulci museali erano poco distinguibili l’una dall’altra: erano state messe tra i due vetrini (il portaoggetti rettangolare più spesso e più ampio, e il coprioggetti sottile, piccolo, quadrato), ed erano state imbalsamate (proprio così: per la conservazione si usa un liquido oleoso che tende nel tempo a indurirsi, il balsamo del Canadà), senza vuotarle completamente del sangue e delle interiora. Ciò ostacolava la trasparenza (glasnost, in russo), la visibilità e la classificazione. Questa, infatti, è basata sulle particolarità dell’esoscheletro, cioè della cuticola dura, articolata e impermeabile che gli insetti (come tutti gli altri parenti dello stuolo immenso e vario degli artropodi: ragni e aragoste, scorpioni e zecche) hanno all’esterno del corpo, più protetti di noi che abbiamo invece un endoscheletro. Le pulci hanno escrescenze chitinose in forma di pettini, spine e setole che proteggono le parti più delicate del corpo, favoriscono il progredire fra i peli e le piume degli ospiti, e permettono a noi di raggrupparle per la classificazione in famiglie, generi e specie. Particolarità anche piccole - per esempio la collocazione di un peluzzo che in Pulex irritans sta sotto l’occhio, e in Xenopsylla cheopis dinanzi ad esso - permettono di individuare ogni specie, i suoi ospiti più probabili, la sua maggiore o minore pericolosità.