Giovanni Berlinguer, "Le mie pulci", Editori Riuniti, 1988, 21 gennaio 2002
Con F.G.A.M. Smit facemmo presto la pace, e in segno di riconciliazione mi invitò a cena nella sua casa, dove conobbi la moglie e mi affacciai alla privacy dell’ormai amico entomologo
Con F.G.A.M. Smit facemmo presto la pace, e in segno di riconciliazione mi invitò a cena nella sua casa, dove conobbi la moglie e mi affacciai alla privacy dell’ormai amico entomologo. Mi mostrò perfino la sua collezione di francobolli, di cui mi aveva parlato: «Vedrà, è ricca ma soprattutto è altamente specializzata». Scoprii che erano tutti francobolli raffiguranti insetti, provenienti da ogni parte del mondo. Ne ebbi sorpresa e paura. Ripensandoci ora, credo che proprio in quel momento cominciò ad affievolirsi la mia vocazione per la raccolta e l’identificazione delle pulci. Il timore di dover trascorrere l’intera vita in un museo di insetti defunti e imbalsamati, e le ore libere con l’hobby di raccogliere insetti postali, sia pure multicolore e multilingue, mi impedí probabilmente di dedicarmi per più lungo tempo e di avere più successo in queste ricerche. Però completai il lavoro intrapreso, spinto dalla cocciutaggine e più ancora dall’interesse di carriera. E pubblicai, alla vigilia del concorso a cattedra, la mia monografia rilegata in blu, consistente in 364 pagine di testo, disegni e fotografie originali. L’amico F.G.A.M. Smit ne fu fiero, e me lo scrisse. L’unico dispiacere che gli detti fu il titolo: nella polemica che divide da molto tempo gli entomologi in due partiti sul nome da dare all’ordine zoologico delle pulci (Siphonaptera o Aphaniptera?), scelsi il secondo, sebbene Smit mi avesse scritto con angoscia: «Lo usano quasi soltanto gli italiani, i cecoslovacchi e i russi!». Ma la mia decisione, lo giuro, non era dettata da simpatie politiche orientali, bensí dalla tradizione nazionale.